La Corte Costituzionale crede nel diritto di autodeterminazione della propria vita.
La possibilità di scegliere per sé, e di farsi aiutare quando non si è in condizione materiale di poterlo fare, è un diritto di ogni essere vivente.
E' "non punibile", a "determinate condizioni", chi "agevola l'esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli".
Ora attendiamo le scelte del legislatore.
Avv. Barbara Carsana